martedì 18 dicembre 2012

International Communications Market Report 2012. Qualche Conferma sui Quotidiani

L'International Communications Market Report 2012 (via) è tutto da leggere: 343 pagine di dati in cui OfCom mette a confronto la realtà UK con quella di altri paesi europei ed extraeuropei.

Ho preso in considerazione, nella sezione 5, quella su Internet e i Web-based Content, tre grafici davvero molto interessanti.

Il primo (quello della Figura 5.31 del documento) riguarda la frequenza di acquisto di contenuti digitali online: per la percentuale della popolazione di chi acquista regolarmente, la Cina si colloca al primo posto con un 18%, gli USA all'11%. Noi siamo al 6%. In generale la propensione all'acquisto è inferiore al 50% per tutte le nazioni analizzate, con l'unica eccezione della Cina.
Come potrà sfondare il paywall in Italia lo sanno solo Repubblica e Corriere; se non ci saranno iniziative collaterali, ogni esperimento è destinato al fallimento.




Il secondo grafico (Figura 5.32), invece, riguarda la percentuale dei cittadini che, nelle varie nazioni, considerano internet fonte primaria di informazioni. Per tutte le nazioni analizzate, tranne che per la Spagna, succede che internet è considerato fonte primaria per le notizie internazionali e nazionali in primis e, in secondo ordine, per quelle locali.
Un risultato che confermerebbe la tendenza già dimostrata dall'analisi incrociata di numeri dell'online e del cartaceo (almeno nelle due occasioni in cui mi sono dedicato a questo tipo di ricerca), che vedrebbe le testate locali fare minor presa con le loro edizioni online, rispetto a quelle di carta.




L'ultimo grafico (Figura 5.33), infine, è relativo alle frequenze di accesso alle news (web o app) da possessori di smartphone. Purtroppo non ci sono i dati per tutte le nazioni, ma colpisce il quello relativo a quanti, tra i possessori di smartphone, non accedano affatto alle news: in Italia il 40%, in Spagna e Francia il 35%, in Germania il 30%, in UK solo il 5%.
Questi numeri, dal mio punto di vista, non confermano, ma nemmeno smentiscono, l'idea secondo cui quella mobile non sia la tecnologia che meglio può abilitare le discussioni e le conversazioni su un articolo; attività sicuramente più esigenti, in termini di tempo e risorse, delle semplici condivisioni di foto, filmati e stati.



Avvertenza: è bene puntualizzare, come suggerisce Pier Luca Santoro, che i dati si riferiscono agli internauti e dunque NON sono rappresentativi dell'universo in particolare per quanto riguarda l'Italia dove la penetrazione di Internet è nettamente inferiore alle altre nazioni prese in considerazione.

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